martedì 15 settembre 2009

Le divinità minori protettrici dell'infanzia

Nella vita dei romani tantissime erano le divinità che ogni giorno si accalcavano attorno al loro agire, ognuna con un compito specifico e con suoi sacrifici per renderselo amico. Vi erano, è vero le divinità maggiori, che tutti potevano ossequiare nei templi stupendi che riempivano Roma, ma ve ne era una vera folla che non aveva tanta importanza da avere un tempio tutto suo e che però era presente nella vita di ogni giorno.

Ve ne erano anche di assolutamente riservati ai bambini ed alla loro vita:

NIMERIA veniva invocato dalle gestanti prima del parto, perché dea della matematica che aiutava nel conto dei mesi restanti al parto.

Sin dal momento del parto si invocava il nome di PARTULA, divinità la cui origine pare identificabile con quella della Parca Cloto, la dea UTERINA era assistente alla puerpera nel momento delle doglie, mentre si invocava la dea LUCINA per la nascita definitiva, cioè il momento in cui il bimbo “veniva alla luce”. Quest’ultima era conosciuta anche come CANDELIFERA e le si accendeva una candela votiva per ingraziarsela.

Appena nato interveniva il dio VAGITANO, colui che si occupava di far si che il bebè lanciasse il suo primo vagito, così da permettere l’espansione dei polmoni e la respirazione, mentre ALMA era colei che portava la vita. A questo punto subentrava la dea NUNDINA che si occupava della purificazione dei nuovi nati, mentre LEVANA era la fianco dei padri nel momento in cui riconoscevano il nuovo nato come appartenente alla famiglia.

Perché fosse sano nella culla si chiedeva l’assistenza della del CUNINA o CUBA, dea della tenerezza, protettrice dei lattanti, che veniva supplicata a lungo quando il pargolo era insonne e non faceva dormire, inoltre si occupava di tenere gli incubi lontani dal suo sonno, mentre la dea EDULICA o EDUCA era invocata perché alla madre non mancasse il latte; OSSILAO, si doveva occupare che le sue ossa crescessero sane e robuste.

RUMINA insegnava al pargolo a succhiare il latte, ma se il bimbo risultava inappetente si invocava l’aiuto di EDUSA, mentre per farlo bere si chiedeva aiuto a POTINA la quale badava che il bimbo non si strozzasse bevendo; erano sempre loro due che si occupavano di accompagnare il bimbo nello svezzamento.

FABULINUS era vicino alla sua bocca mentre iniziava a fare i primi versi intellegibili, dalla lallazione - ossia dal balbettio di sillabe ripetute dal neonato senza però formulare parole complete e sensate – al linguaggio parlato vero e proprio guidandolo nell’apprendimento della parola, mentre STATULINO gli era accanto nel muovere i primi passi perché non corresse pericoli mentre passava dal gattonare a camminare autonomo.

Quando il bimbo cominciava ad affrontare la vita PAVENZIA si occupava di proteggerlo dagli spaventi improvvisi, CARDA ne assisteva lo sviluppo fisico, STIMULA e SENTIA ne affinavano i sensi ed i ragionamenti, curandone l’intelligenza ed il raziocinio, la prima consapevolezza ed insegnandogli l’indipendenza.

Il passaggio vero e proprio dall’infanzia all’adolescenza avveniva sotto l’egida della dea IUVENTAS, assistita dai maschi, al primo apparire dei peli sul volto dal dio BARBATUS; mentre nelle femmine,al primo menarca, compariva anche la dea DRIA, signora della pudicizia, preceduta però da un sacrificio alla dea LIBERTINA, cui si immolavano i propri giocattoli con cui non si sarebbe più giocato in seguito.

A questo punto i pargoli erano oramai abbastanza grandi da passare sotto l’egida di altre divinità per la sfera adulta della loro vita, ma prima i genitori, nel momento in cui uscivano di casa, invocavano la protezione delle dee, ABEONA che ne proteggesse l’allontanamento, ed ADEONA, che li riconducesse a casa sani e salvi.

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